Un complesso fra i più vasti, insigni e prestigiosi della città, sorto ai margini meridionali del centro antico per la fusione, a metà Cinquecento, di due conventi medievali, ed arricchito, nel corso dei secoli, da interventi di pittori prestigiosi quali Battistello Caracciolo e Francesco de Mura, di architetti di spicco, da Lazzari a Vanvitelli, e non ultimi di esponenti di un artigianato di altissimo livello, dal legno alla maiolica, che hanno fatto della chiesa un vero e proprio scrigno dell’arte napoletana, e del convento, al pari di altri simili nel centro cittadino (si pensi a Santa Chiara con il celebre chiostro, o a San Gregorio Armeno) un luogo di delizie per chi era destinato a vivere ‘fuori dal mondo’. L’Università degli Studi di Napoli Federico II, d’intesa con le tre Soprintendenze napoletane – non va dimenticato che il sottosuolo conserva memorie rilevanti della città greca e romana – ha riscattato questo luogo fondamentale della cultura napoletana da un destino di degrado che negli anni Settanta sembrava ineluttabile, restituendolo alla città e agli studi con un intervento colossale del quale questo volume riccamente illustrato, che narra con rigore scientifico la storia del complesso e del suo recupero, degnamente conclude.
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